Incontro
Qualche parola indirizzata all’altro ci aiuta ad uscire dall’isolamento, ad aprire un canale che possa rimettere nel nostro orizzonte la presenza dell’altro.
Non sempre si ha la possibilità, la forza di incamminarsi verso l’uscita per via della mancanza di fiducia, per l’assenza della speranza che ci sia ancora qualcosa che sia degno di essere vissuto.
A volte la prassi dell’isolamento conduce a credere gli altri come dei potenziali nemici, che rende coerente il comportamento solitario in quanto modalità che ci rende sicuri di evitare ogni forma di sopruso. In realtà si limita a nutrire il pregiudizio e la paura verso l’altro.
Eppure a volte basta un sorriso per uscire da quella solitudine che toglie forza al cuore, che fa sì che da organo di percezione si trasformi unicamente in un muscolo come tanti del nostro corpo; freddo e durezza finiscono per soppiantare le aspirazioni della vita collettiva che mirano all’unione nella grande famiglia degli essere umani.
Il ridere massaggia il cuore, attiva il calore che rassicura e non lascia cadere nel vuoto l’incontro; ognuno di noi si scopre bisognoso e non temere questa condizione ci permette di non indietreggiare davanti all’altro.
Conviene liberarsi e correre il rischio di conoscere l’altro e percepire il fluire di senso che la compagnia emana.
L’incontro opera la trasformazione.
Se si lascia spazio all’osservazione della dinamica del fluire ci si accorge che non si è più soli anche quando nella stanza sono usciti tutti.
Perché è ancora presente lo spirito che si produce nello stare uniti nel nome dell’umanità.