Si può perdonare per davvero? Cosa significa poi perdonare qualcuno?
Ad esempio un coniuge, un genitore può perdonare l’altra persona con cui ha a che fare?
Mi faccio questa domanda consapevole della difficoltà di dare una risposta in quanto ognuno ha una propria idea di perdono.
Il paragone che il più delle volte mi viene da usare e quello della patente a punti: finiti… cosa succede? Elencare le volte che si è perdonato qualcuno non è che il segnalare il consumo dei bonus che si aveva a disposizione?
Ma è proprio di questo tipo di perdono dire quante volte ti ho perdonato?
Forse il perdonare non è una possibilità umana.
Nella confessione c’è il riscatto della colpa commessa ma solo con la figura della divinità che ha la possibilità nella sua infinità generosità di perdonare i Suoi figli indegni; comunque resta presente la possibilità di una condanna eterna se non ci pentiamo.
A volte al posto del perdono possiamo trovare la giustificazione del gesto che a quel punto diventa più facile da accogliere nella nostra coscienza. Oppure in alcune situazioni si ricorre alla negazione pur di non affrontare le conseguenze del chiarimento: perdita dell’amore, sentirsi abbandonato ad esempio.
Solo quando abbiamo una certa distanza emotiva o siamo già in una posizione di contrasto si ricorre al giudizio con più facilità e la censura del gesto diventa una partita chiusa in un attimo.
Rimane una questione molto seria che riguarda il perdono verso noi stessi. Possiamo oscillare tra una posizione estremamente benevola nei nostri confronti, quasi da rasentare la mancanza di una
coscienza, ad una forma severa di giudizio e mancanza di misericordia tanto da trasformarci in giudici severi. Allora non resta che una forma di espiazione continua, che trasforma le giornate in una reclusione dove le pareti sono costruite dalla nostra coscienza. Difficile è quindi trovare una mediazione tra lassità “dei costumi” e una rigidità che penalizza l’individuo una volta caduto in errore.
I rapporti con gli altri individui passano attraverso un continuo compromesso tra sopportazioni degli “errori” e senza una possibilità di accettazione degli stessi sarebbe impossibile una qualsiasi relazione umana.
Ci deve essere una confluenza tra la capacità del cuore e il merito dell’intelligenza per poter superare le difficoltà che caratterizzano le relazioni tra le persone.
Il tema della fiducia credo che sia di sottofondo alla questione trattata qui brevemente. Eppure sappiamo quanto la fiducia sia una sostanza tanto delicata, ma che sia da coltivare attraverso una azione della volontà e non aspettarsi che sia data come un dono.