il tempo dell’Adolescente
I ragazzi, rinchiusi nella propria stanza, si sono trovati senza le regole che scandiscono la giornata, sovvertite dall’obbligo di rimanere chiusi per proteggersi e per proteggere.
Gli adolescenti si sono sentiti soffocare per la mancanza di quella libertà che contraddistingue la vita, che da poco si era a loro dischiusa, ora erano senza la patria dove sviluppare la propria personalità.
Senza senso il tempo trasforma il luogo della vita in un luogo della “non vita”; il mattino non è fatto per svegliarsi né la notte per addormentarsi.
Il tempo fissato nell’eterno istante che si ripete con precisione sempre uguale, questo tempo allora conduce al nulla nel momento che ciò che era è e sarà.
Aprirsi al tempo che trasforma, che invece di botto si è congelato nell’istante; si decreta la fine del futuro in quanto non vi è nulla da raggiungere.
Ciò che si voleva abbandonare si trova ripetuto nel domani.
Forse è meglio non cercare nel domani una via che apre il cuore al desiderio; desiderare comporta l’accettazione della propria imperfezione in quanto mancante di ciò che è desiderabile. Da questo nasce il dolore della perdita del futuro, tempo di cui si ha necessità per avere delle aspirazioni e muoversi per ottenere ciò che serve.
Rimandare il proprio soddisfacimento immediato, perché nel dopo il dono sarà migliore, non ha senso nel presente svuotato di significato. Tutto e subito bruciato da una frenesia che lascia solo le ceneri dell’oggetto consumato.
Smarrimento, incoscienza e perdita di quella coscienza (anche se non completa e perfetta) che rende vivi, in quanto lo spirito della ricerca alimenta la crescita personale se si riesce a mantenere aperto lo spiraglio dell’obiettivo possibile.
Curare la salute dei sensi che si intorpidiscono se non sono stimolati dall’osservazione del mondo esteriore, di quel mondo interiore banalizzato e riempito unicamente di emozioni di scarso valore.
Ecco che la reazione alla resistenza che la vita determina con le sue difficoltà diventa flebile, poco tenace. Un ripiegare su se stessi sconfitti, ancor prima di provare ad ergersi carichi dell’entusiasmo della ferocia giovanile.
Ci si agita senza muoversi dal punto in cui si è arrivati quando tutto sembrava possibile. Ora la resistenza diventa un peso inutile, senza uno scopo se non la pura sopravvivenza.
Sollevare dalle attuali concezioni del senso della vita e poter alzare lo sguardo verso mete future diventa obiettivo del confronto tra gli adulti e ragazzi di oggi. Cercare di conservare ancora per molto quella giovinezza che rischia di essere prosciugata anzitempo, come quelli che sono troppo presto diventati adulti perché strappati dagli eventi tragici dell’esistenza da quelle fasi della vita, che semina tesori, che vedranno i frutti nell’età adulta. Si rischia di avere dei giovani già vecchi perché gli si è tolta la possibilità di costruire quella scorta di esperienze che rendono liberi gli esseri umani.