Il Vuoto
Horror Vacui lo chiamavano gli antichi per sottolineare la difficoltà di concepire l’assenza totale di qualche cosa.
In un senso traslato può diventare l’assioma della paura della mancanza di qualcuno, di una relazione.
Constatare che si è creato un vuoto nella vita determina molte volte sconcerto, timore, affanno anche quando questa condizione è una scelta frutto di pensieri e scelte che hanno motivazioni serie.
C’è chi evita di sentire questa condizione passando da una relazione all’altra senza mai provare dolore, la progressione dell’elaborazione, del lutto.
Chi non ha questa possibilità si trova a dover cercare di ricostruire una propria nuova dimensione, riunendo i propri “pezzi” con il proprio intervento e o con il sostegno di amici o professionisti.
Il percorso di elaborazione è condizionato dalla solidità della propria persona e dalla capacità di sopportare e accettare il dolore; poi ci saranno altre variabili che entrano in gioco ma ritengo che quelle citate abbiano una maggior rilevanza.
Si può cercare di sfuggire al dolore, ma se va bene lo si può attenuare. Evitarlo conduce ad intraprendere strade che congelano il momento. Bisogna che il dolore non faccia diventare insensibili, che crei una corazza che di fatto impedisce di provare altre emozioni.
Per quanto possa essere deludente non è possibile provare gioia se ci si impone di di non correre il rischio di soffrire. Aprirsi alla gioia comporta di esporsi alla possibile delusione. Non si può vivere senza il rischio della morte. Diversamente ci si chiude in una stanza e si assiste allo scorrere del tempo, di quel flusso che passa di fianco senza lambirti. Non ci sono segreti che permettono di passare indenni al fluire della vita. Il coraggio diventa ingrediente non solo per le imprese eroiche ma per tutti quei momenti che la vita, che in modo sempre più di frequente col passare del tempo, propone senza chiedere il permesso.
Risuona nella mia mente lo scritto di una collega anziana che racconta della sua vita; gli alberi d’inverno che fissi e nudi diventano presenza anche se in quelle condizioni non parrebbero vivi. Il vuoto lo andremo sempre più a sperimentare e se lo concepiamo come assenza di significato e senso cercheremo di scappare da esso senza affrontarlo e guardarci dentro.
Forse sul suo fondo possiamo trovare quella parte di noi stessi che pensavano di non avere.