anoressia e bulimia
Il cibo è la principale risposta al bisogno per la vita dell’essere umano e la sua socialità. Il cibo è celebrato come unione allo Spirituale in molti culti. Attrazione principale nei festeggiamenti e motivo di incontro per famiglie e persone in ogni occasione. Si possono assaporare cibi di ogni sorte e di ogni sapere culturale, espandendo il senso del gusto della vista e dell’olfatto ad ampio raggio. Il cibo è anche nutrimento dei sentimenti e legato a ricordi più o meno nitidi fin dal tempo dell’infanzia.
Sebbene la nutrizione sia fondamentale per la vita e per il suo mantenimento le problematiche che ruotano attorno alla sua gestione sono diffuse e altamente gravi: anoressia e bulimia ad esempio. Entrambe le condizioni determinano un modellamento del corpo che agli occhi degli altri risulta essere anomalo, sofferente, quasi impossibile da essere considerato compatibile con la vita normale.
Eppure la resistenza e la mancanza di sofferenza manifestata rendono questi pazienti refrattari ad iniziare spontaneamente una terapia. Nel caso dell’anoressia nervosa il soggetto, prevalentemente di sesso femminile, andrà incontro a dimagrimento così evidente da mettere in pericolo la sua esistenza, un alto rischio di morte che comporta la tutela medica con un ricovero dove il nutrimento sarà forzato.
Una lucidità che rasenta la follia vista la discrepanza tra la realtà e la percezione di quel corpo sempre più consumato e stremato.
Se la paziente non manifesta sofferenza questa è facilmente riscontrabile nei parenti o amici che vivono la loro impossibilità di intervenire in modo favorevole
e, se non sono paralizzati dal dolore, ricorrendo a volte alle minacce.
È necessario trovare un sostegno affinché le persone affette da un disturbo alimentare possano modificare la loro condotta.
L’aiuto psicoterapeutico non può limitarsi al solo soggetto. I genitori, più spesso coinvolti nella vicenda, devono trovare un sostegno psicoterapeutico per evitare di avere un comportamento unicamente controllante o vivere la più profonda disperazione a seguito della loro inutile azione di cura.